VILLA DAVIA

VILLA DAVIA E VILLA GHISILIERI – ALA SUD


Il nucleo originario dell’ala sud è costituito dall’emergente palazzina seicentesca a due piani con interrato su volte costruita nella seconda metà del XVII secolo dai Davia. Negli anni trenta del Settecento, per volere del marchese Filippo Carlo Ghisilieri, la residenza signorile venne ampliata, rimodernata e decorata con quadrature e stucchi sotto la guida dell’architetto Francesco Galli, del pittore d’architettura Mauro Aldrovandini e dello scultore Angelo Gabriello Piò. In particolare il Ghisilieri fece ingrandire il fronte, sopraelevò gli edifici e costruì gli scaloni scenografici di accesso al piano nobile. La loggia passante
al piano nobile di Villa Davia conserva sulle pareti e sulla finta volta in incannucciato lacerti della quadratura settecentesca.

ARCHITETTURA

L’architettura delle residenze di campagna bolognesi nel Cinquecento e Seicento è caratterizzata da alcuni elementi fondamentali e tipologicamente ripetuti quali la pianta bloccata, la loggia o androne passante con il duplice affaccio sia sul giardino che sull’ingresso, con una volumetria tendenzialmente chiusa e compatta a forma di parallelepipedo.

L’originaria pianta e tipologia della “palazzina” Davia emerge dal confronto con importanti architetture coeve del bolognese (in particolare Palazzo della Morte a Funo, Villa “La Paleotta” a San Marino di Bentivoglio, Villa Beccadelli, Palazzo Boncompagni alla Cicogna, Villa Guastavillani sul colle Barbiano), dalla lettura di documenti d’epoca (in particolare quelli del 1692 e del 1712) che descrivono i mobili e le pitture che erano contenute in quelle stanze e dalle informazioni desunte dal rilievo integrato (strumentale e diretto) e integrate in loco con sopralluoghi, fotografie e annotazioni critiche.

La lettura dei documenti conservati all’Archivio di Stato, in particolare quelli datati al 1712 quando nessun intervento di composizione architettonica era ancora stato intrapreso, evidenziano un piano terra della villa costituito da quattro ambienti di varia grandezza a cui va aggiunta la “loggia da basso” tuttora esistente, una scala in muratura che porta al primo piano nel quale troviamo la “loggia di sopra” ed una inedita “loggietta sopra il portone”, la quale potrebbe presupporre anche un portico più o meno ampio al piano terra, unitamente ad altre stanze per un totale di undici stanze.

Una tipica pianta bloccata pertanto, un asse di simmetria nord – sud che identifica la loggia “da basso” e “di sopra” con duplice affaccio sia sul viale di ingresso nel prato della chiesa che sul giardino retrostante.


EVOLUZIONE COSTRUTTIVA

Il primo documento che testimonia la presenza di Villa Davia risale al 1692; il nucleo originario era costituito dal corpo A (piano terra e interrato) con ingresso principale sul lato sud, come evidenziato dalla presenza di due tassi secolari tuttora esistenti e dai resti di un antico cancello d’ingresso posti in prossimità dei tassi ed allineati con il centro della palazzina. La facciata nord del corpo A presentava un loggiato al piano primo – confermato dai documenti e di cui rimangono alcune tracce – costituito da archi policentrici in mattoni di
uguale luce e capitelli in arenaria.



Non è possibile datare con precisione l’aggiunta dei corpi B in quanto dal numero di stanze citate in un documento del 1713 è difficile comprendere se questa fosse già stata effettuata. Successivamente tra il 1733 e il 1735 iniziò la fase di costruzione di Villa Ghisilieri inglobando ed ampliando l’originaria palazzina Davia.

Si suppone che tali interventi siano stati preceduti da un ampliamento del piano interrato probabilmente per la necessità di aumentare lo spazio destinato a cantine e magazzini. L’ampliamento, coperto da volte a vela, è distinguibile sia per la differenza delle strutture voltate (le volte del nucleo originario A erano a crociera o a botte), sia per la parziale chiusura di una bocca di lupo nella stanza vicina alla scala che in origine era completamente rivolta all’esterno.

Al piano terra venne aggiunto un intero corpo (identificabile con l’attuale ala sud di Villa Ghisilieri) con la costruzione di due scaloni simmetrici e di alcuni ambienti tra i quali il volume del futuro oratorio privato, oltre poi alle modifiche indotte nella palazzina A, alla quale fu sopraelevato il tetto per collegarlo ai nuovi ambienti di rappresentanza di Villa Ghisilieri. Tutte le facciate vennero decorate con quadrature intorno alle finestre e volute in corrispondenza delle piattabande.